Silvio Berlusconi ieri è stato ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano per esami di routine e accertamenti.
L’ex premier Silvio Berlusconi è stato ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano nel pomeriggio di ieri per accertamenti e esami che lo staff dell’ex presidente del Consiglio ha definito di routine. In un primo momento sembrava che sarebbe stato dimesso in giornata, invece trascorrerà la notte in ospedale ma il ricovero potrebbe prolungarsi anche nei prossimi giorni.
Nel frattempo sono arrivati via social gli auguri di Matteo Salvini “Auguri Silvio”, ha commentato il leghista. L’ultimo ricovero di Berlusconi risale al gennaio del 2022 dove è stato ricoverato otto giorni per un’infezione alle vie urinarie. Non desta preoccupazioni questo ricovero per esami di routine per il Cavaliere.
Proprio due giorni fa Berlusconi ha ricordato la prima vittoria di Forza Italia, il partito di cui è fondatore, con un lungo post su Facebook.
Il ricordo della prima vittoria di Forza Italia
Il leader del partito azzurro ha voluto ricordare “con emozione” “la prima grande vittoria di Forza Italia il 27 marzo 1994 con il successo elettorale seguito alla storica ‘discesa in campo’ del 1994 che, spiega il leader azzurro, evitò all’Italia “di diventare un Paese comunista“. “Non possiamo dimenticare il clima di angoscia che ci possedeva dato che i nostri sondaggisti ci avevano detto che era certa la vittoria del PCI, il Partito Comunista Italiano” scrive Berlusconi.
L’ex premier sottolinea che i sondaggisti avevano previsto che “solo un nuovo partito avrebbe potuto evitare la vittoria della sinistra e indicarono Silvio Berlusconi come il possibile leader di questo partito perché con il Milan Silvio Berlusconi era diventato un simbolo della vittoria e perché con la televisione aveva cambiato in meglio la vita degli italiani” precisa sottolineando che a lui sembrava qualcosa di “impossibile” con tutti i suoi impegni.
Furono le parole di sua madre, ricorda il cavaliere, a convincerlo a fondare Forza Italia e scendere in campo e diventare presidente del Consiglio. “Se tu, sentendo così forte il dovere di farlo non trovassi anche il coraggio di farlo, non saresti quel figlio che io e tuo padre abbiamo creduto di educare” gli aveva detto sua mamma. “La nostra vittoria ha dimostrato che era possibile coinvolgere le migliori forze ed energie della società civile e del mondo delle professioni nella gestione della cosa pubblica” conclude poi ringraziando tutti quelli che in questi tre decenni l’hanno sostenuto.
